
Maria Gatti Racah
Docente di Grammatica russa I / Mediazione passiva scritta III (russo-italiano)
Oltre alla Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Padova è docente di lingua e civiltà russa presso I.T.T. F. Algarotti di Venezia; docente di Mediazione passiva scritta II (russo-italiano) presso la S.S.M.L. di Vicenza (sede di Belluno)
Nel 2008 ha conseguito a pieni voti con lode la laurea specialistica in Lingue e letterature Europee e post-coloniali (russo) presso l’università Ca’ Foscari di Venezia, con una tesi sull’esilio nella poesia di ebrei russi émigré tra le due guerre. Ha svolto lunghi periodi di studio e ricerca all’estero, presso l’Università RGGU di Mosca e l’INALCO di Parigi.
Nel 2014, al termine di un percorso triennale finanziato da una borsa di studio, ha conseguito il titolo di Dottoressa di ricerca in Lingue, culture e società (Studi dell’Europa Orientale), presso Ca’ Foscari, discutendo una tesi dal titolo “Evrejskij vopros i russkij otvet: ebraismo, antisemitismo e sionismo sulla stampa russa d’emigrazione negli anni Venti”.
Tra il 2011 e il 2012 è stata membro di un gruppo di ricerca internazionale New / Hybrid Diasporas within Globalization: Inter-/Trans-identity – Inter-/Transnation; EU – Research and Innovating Programme: Socio-economic Sciences and the Humanities (SSH) for the Union of the Mediterranean Ministry for Education and Research (BMBF) (Leipzig –Jerusalem).
Nel 2015 consegue poi l’abilitazione all’insegnamento della lingua russa, occupandosi di didattica dell’aspetto verbale.
Dal 2012 insegna lingua russa a scuola e all’università, dove ha anche tenuto due corsi all’interno del percorso di abilitazione per docenti.
I suoi interessi di ricerca vertono sulle relazioni russo-ebraiche e i Diaspora Studies, nonché, in particolare negli ultimi anni, sulla didattica della lingua russa e della traduzione e sull’utilizzo della traduzione audiovisiva a scopi didattici.
All’attività di insegnamento e di ricerca, affianca da anni quella di traduttrice e interprete free-lance.
Ritiene, con Camus, che “Il senso della vita è resistere all’aria del tempo”.