Primo incontro del primo ciclo sulla traduzione Le lingue dei libri Giovedì 15 marzo 2018  ore 15:30 Tiziano Scarpa: Lo scrittore e il suo traduttore 

Il nostro incontro con Tiziano Scarpa – di Arianna Mambelli, SSML

Brillante e divertente, Tiziano Scarpa racconta il suo genio poliedrico al pubblico e agli studenti di Mediazione Linguistica e Traduzione della SSML di Padova.

Nato a Venezia da una famiglia umile legata alla tradizione e al folklore, Scarpa ripercorre a grandi linee la genesi del suo percorso. Dopo aver praticato numerosi lavori pratici, lo scrittore inizia a dedicarsi alla revisione di riviste, per poi lavorare due anni come redattore alla Feltrinelli. Sarà il periodo in cui esordirà on Occhi sulla graticola, un libro innovativo legato al mondo dei manga erotici, che gli farà acquisire l’etichetta di pulp, corrente letteraria alla quale Scarpa non sente di essere mai appartenuto.

Sono questi gli anni in cui Tiziano Scarpa viene a contatto con il concetto di mediazione. Occhi sulla graticola ne è un esempio: la mediazione rappresenta il leitmotiv che accompagna le traduzioni visive operate dalla protagonista, la quale rende fisiche le metafore dei sessi.

Differente è, invece, il rapporto che l’autore dimostra con la traduzione vera e propria. Tiziano Scarpa, sebbene sia grato di essere tradotto in svariate lingue, e sebbene si dimostri sempre disponibile con i traduttori, afferma di non essere mai riuscito a rileggere un suo testo tradotto, in quanto, sulla scia del pensiero di Kundera nei Testamenti traditi, ha paura di trovare parole che non lo rispecchino.

L’attenzione si è spostata poi sulla duplice concezione dell’ironia, che, secondo l’autore, se utilizzata come atteggiamento etico, prende la forma di “una strana cappa di perbenismo sminuente”, mentre se limitata ad un uso linguistico diventa una delle maggiori potenze della forza retorica del linguaggio, in quanto “è in grado di donare all’apparente linea melodica una sferzata di contrabbasso”.

L’amore per la parola in ogni sua sfaccettatura permea le opere di Scarpa, il quale presta particolare attenzione alla differenza tra “parola” (elemento linguistico connotato, ma generico) e “termine” (elemento specifico).

Queste profonde riflessioni fanno nascere la sua singolare idea di letteratura come unica finestra sulla realtà, in grado di arrivare nel profondo di chi legge. “È il coraggio della verità che muove la letteratura”, ha affermato Tiziano Scarpa.

Fondamentale nella formazione umano-letteraria di Scarpa è la figura di Carlo Collodi, padre di svariate glorie della lingua italiana, tra le quali i “Giannettini” e, ovviamente, di Pinocchio. È su questa ultima fiaba che Tiziano Scarpa si sofferma delineandone e sottolineandone, al di là della geniale trama, l’innovatività e la cura linguistica. Pinocchio, grazie alla chiave di lettura di Scarpa, ci si schiude davanti agli occhi come prima raccolta dei modi di dire italiani, personificati o resi in metafore “drammatiche”.

La creatività e l’acume di Tiziano Scarpa fanno di lui uno degli autori italiani tra i più prolifici e conosciuti di oggi, e il suo stile multiforme e avvolgente l’ha portato ad essere vincitore del Premio Strega nel 2009.

Tiziano Scarpa saluta infine il suo pubblico omaggiandolo e incantandolo con una lettura creativa di un meraviglioso passo del suo L’Infinito (Einaudi, 2012).

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